Trascrizioni da Il Cittadino

5 gennaio 1890
Giardino Bufalini. Abbiamo scritto giardino per quell'abitudine che si ha di conservare alle cose i loro nomi d'origine anche quando sono sostanzialmente degenerate, ma avremmo dovuto scrivere sterpaia o peggio. Internamente, dà proprio l'immagine d'un campo incolto.
Nel cui mezzo è passata la tempesta.
Tutti i ripari sono rotti, la stazzonata di legno è stata, in gran parte, portata via, forse per farne della legna da ardere.
Delle due l'una: o riparare convenientemente e mantener riparato il giardino; o riselciare la piazza come era una volta. Almeno, in quest'ultimo caso, non si dovrà attraversare una palude, e immergersi nel fango per recarsi alle pubbliche Scuole o in biblioteca.

 

10 maggio 1891
Giardino Bufalini. Non crediamo che in Abissinia si trovi un luogo tenuto peggio. Nessuna cura; nessuna sorveglianza; un vero esempio pratico d'anarchia. I pali dei fili metallici che difendono (?) le aiuole sono divelti; le piante devastate; fino un albero è stato spezzato recentemente. Le tavolette poi, che raccomandano ai cittadini di non rovinare il giardino, sono strappate via per ischerno; e d'una di esse qualche vandalo s'è servito per fare un'oscena appendice alla statua di Bufalini. Il Municipio poi, che bene o male, ha fatto ripulir i muri cittadini dai molti e laceri manifesti elettorali, (non però dell'imbrattamento di scritti, di sgorbi, che vorrebbero essere spiritosi disegni, ecc.) ha proprio dimenticata quella statua, e lascia che i brandelli multiformi e multicolori la deturpino. E dire che tali esempi di civiltà si compiono e si lasciano compiere davanti alle pubbliche scuole: che begli esempi d'educazione si offrono alla gioventù!

 

28 maggio 1893
Nel Giardino Bufalini. Varie sere, e specialmente in quelle dei giorni festivi, è frequente il convegno di schiamazzatori, di cantori, d'ogni specie di vociatori, i quali, anche fino a tarda notte, si spassano chiassando in quella selva selvaggia ed aspra e forte, che si chiama per antrifasi giardino Bufalini, disturbando tutto il vicinato, e specialmente quei poveretti che hanno voglia e bisogno di dormire. Domenica scorsa, per esempio, vi si erano dato appuntamento tre o quattro individui, che cantavano a squarciagola stornelli campestri, resistendo anche agl'inviti e alle intimazioni di alcuni carabinieri che li invitavano a smettere. Sarebbe bene che certa gente si persuadesse colle buone a non seccare il prossimo; o che, altrimenti, trovasse chi tutelasse meglio le disposizioni di legge contro gli schiamazzatori notturni.

 

17 luglio 1898
Nel Giardino Bufalini. Riceviamo le più vive lamentanze da parecchi abitanti di case in Piazza Bufalini per i gravi inconvenienti che si verificano nel giardino di detta piazza. Esso è assolutamente privo d'ogni e qualunque custodia, quasi che, invece di essere uno dei punti più centrali del paese, fosse una lontana e squallida plaga d'Africa. Una quantità di gente va tranquillamente a scaricarvisi dei... soverchi pesi, onde poi le esalazioni punto profumate vellicano l'olfatto di chi si affaccia alle finestre. Il chiasso, lo schiamazzo, le devastazioni vi sono all'ordine del giorno. Grandi e piccoli fanno a gara per convertire quel luogo in un caos preadamitico. Gruppi di ragazzi scavalcano la bassa cancellata, che circonda il monumento Bufalini, e si trastullano dentro il breve spazio; altri fanno le sassaiole, cogliendo spesso la statua del medico filosofo, che forse pensa alle sassate morali scagliategli contro, quand'era vivo, dai gesuiti e gesuitanti. Le piante vengono rotte, i virgulti divelti, i ripari abbattuti. Insomma, è un vero inferno, divenuto affatto sopportabile. Ci pare che il Municipio potrebbe far girare qualche guardia comunale; e che potrebbero anche farvi una scappatina ogni tanto anche le guardie di P.S., le quali ultime da un pezzo si vedono così di rado per la città, da potersi ripetere:
Che vi sian ciascun lo dice,
Dove sian nessun lo sa.
Eppure, esse gravano il bilancio comunale per varie migliaia di lire!

 

10 aprile 1910
Non parliamo del Giardino Bufalini, cui accennammo nel nostro ultimo numero. Sulle aiuole sembra si sia tenuta la fiera dei cavalli, tanto risultano calpestate e devastate.
Ora poi i soliti monelli si esercitano, sempre indisturbati, s'intende, a far l'Arturo sulla cancellata del Monumento Bufalini, armati del loro bravo bastone per contrappeso, col quale percuotono spesso il Monumento.
Ci si assicura poi che a Cesena esiste un ufficio di Polizia Municipale e vi siano anche guardie e custodi o bidelli e sorveglianti. Mah!...