Il portale

"Conosco un'antica porta di noce scura.
Incisa sull'anta si legge 15 agosto 1454, data in cui fu ufficialmente aperta per la prima volta"

 

"...sul fronte d'ingresso viene montato, probabilmente nello stesso anno [1454], il grande portale in pietra bianca locale. Ispirato ai più aggiornati stilemi della pratica rinascimentale, esso rappresenta un po' la summa delle iscrizioni e dei segni araldici malatestiani distribuiti, in maniera quasi ossessiva, all'interno e all'esterno della libreria: una specie di manifesto, di proclama, per testimoniare nei secoli la fama della famiglia proveniente da Verucchio."

Giordano Conti, L'edificio. Architettura e Decorazione, in La Biblioteca Malatestiana di Cesena, Roma, Editalia, 1992

 

Nell'architrave della porta è incisa la consueta dedica "Malatesta Novellus Pandulphi filius Malateste nepos dedit".

 

Sugli scudetti ai lati della dedica compaiono gli stemmi della grata e delle tre teste.

All'interno del timpano triangolare, l'elefante malatestiano con il famoso motto "elephas indus culices non timet": "l'elefante indiano non teme le zanzare".
 
E l'elefante, uno dei più antichi emblemi araldici della casata, compare anche nel grande riquadro posto sopra il timpano, di cui è però incerta la provenienza.

 

 

 

 

Perfino le due grate poste nelle finestre orizzontali che si aprono ai lati del portale, oltre a costituire un importante elemento funzionale, richiamano in modo esplicito uno dei più ricorrenti stemmi malatestiani.

 

 

 

Ma certamente il manufatto in legno di maggior rilievo è rappresentato dalla stupenda porta di accesso alla Biblioteca. L'autore e la data sono incisi sulla cornice superiore dello stesso manufatto: "1454, adi 15 dagosto, Christofarus de sancto Iohanne in Persixedo fecit".

Le due ante, suddivise in quarantotto piccoli riquadri, costituiscono uno straordinario esempio dell'abilità raggiunta dalle maestranze padane nella elaborazione delle tematiche ornamentali tardogotiche. Ma non solo. Secondo ⇒ Augusto Campana" gli spartimenti goticheggianti della porta intagliata nel 1454 sono realizzati con particolari accorgimenti, tali da dividere il campo in quattro quartieri, e cioè da ripetere, curiosamente dissimulato, il motivo araldico della scacchiera malatestiana".