La chiesa di san Francesco

"Piazza Bufalini non è sempre stata un piazza"

Inizia così il testo di ⇒ Amilcare Zavatti "Vicende edilizie nel circondario ...", con il quale ripercorre le vicende della Biblioteca Malatestiana, proprio a partire dalla piazza che la fronteggia. Non è facile, oggi, immaginare quale dovesse essere l'aspetto originario di questo spazio, ma è affascinante la descrizione di Zavatti: "

 

La vista del convento doveva essere, allora più che mai, pittoresca e suggestiva a mezzogiorno, la mole severa del tempio di S. Francesco contornata di chiesette e di sepolcri, bruna nella sua vecchia cortina di mattoni, accigliata nel profilo nordico delle lunghe finestre ogivali. Poi, la svelta fabbrica della biblioteca malatestiana, colla sua gentile architettura di terracotta battuta festosamente dal sole, sorrisa dalle grazie dell'arte rinata. E tra l'una e l'altra massa, e di là dalla libreria, i chiostri pieni di pace, di silenzio e di verde. A ponente, la chiesuola di S. Maria dell'Orto e i fabbricati di servizio; oltre il secondo chiostro, il giardino dei padri riboccante di verzure. Era una piccola città propizia alle alte aspirazioni dello spirito, un'isola di tranquilla felicità in mezzo alla vita agitata del secolo."

Una descrizione certamente più suggestiva di quanto le stampe con le mappe di Cesena possono trasmetterci

Nella bellissima mappa del Blaeu che ⇒ qui  è visibile interamente, tutta la città di Cesena appare solcata da strade fin troppo ampie che delimitano anche grandi spazi verdi, ed è poco credibile che nel sec. XVII, epoca di realizzazione della mappa, qualsiasi città potesse avere questo aspetto.

 

 

 

Che gli spazi invece fossero molto ridotti, tra edifici addossati gli uni agli altri e con strade strette è evidenziato in questa ulteriore ⇒ stampa,  con il Palazzo Comunale ben riconoscibile e la chiesa di San Francesco indicata al n. 30, come evidenziato.

 

 

Come è logico, è molto più attendibile la ⇒ mappa catastale del 1821, che mostra come la chiesa di San Francesco occupasse in realtà la maggior parte del piazzale, stretta tra altri edifici. Qui tra l'altro sono ben visibili i passaggi ancora oggi presenti tra le aiuole, che portavano all'ingresso laterale e alla facciata della chiesa.

 

 

 

Sia la chiesa che il convento di San Francesco vennero realizzati nel sec. XIV e con la crescita della comunità, e soprattutto del loro scriptorium e centro di studi, i frati decisero nel sec. XV di chiedere l'aiuto del Signore di Cesena per realizzare un più ampio complesso. Il risultato fu, tra l'altro, la straordinaria biblioteca situata al primo piano che ancora oggi possiamo ammirare.
Non ci furono grandi cambiamenti architettonici nei secoli successivi, finchè nel 1750 la chiesa cominciò a mostrare alcuni cedimenti e venne parzialmente rifatta.

 

Ma la fine del secolo XVIII segnò anche l'inizio della fine della chiesa di San Francesco. L'arrivo delle truppe francesi e le successive soppressioni conventuali non permisero ai frati di restare nel convento che avevano eretto, gran parte dei monumenti custoditi nella chiesa vennero prelevati e in qualche caso collocati altrove, infine l'edificio mostrò alcuni crolli finchè, nel 1842 il Comune decise di abbatterlo definitivamente.

Della chiesa rimase davvero poco, solo l'abside, qualche iscrizione, un monumento funebre. Ma uno degli elementi più significativi per la città venne recuperato: il sepolcro di Malatesta Novello. Uno schizzo di Andreini mostra la sua posizione sul fianco della chiesa, dove era segnalato da una lastra commemorativa e da una croce in ferro. Oggi la lastra è murata nella parete di fondo della biblioteca, mentre la croce, che venne accuratamente misurata in ogni sua parte da Zavatti, accoglie i visitatori a fianco del cancello di ingresso della biblioteca Malatestiana.