Biblioteca Malatestiana

"scrigno prezioso di più preziosi tesori"

Inserita nel Registro UNESCO "Memoria del mondo", la biblioteca Malatestiana conserva intatti fin dal 1454 manoscritti e arredi all'interno di un ambiente che ci riporta direttamente al secolo XV. E' infatti l'unico esempio di biblioteca umanistica rinascimentale conservato integro fino ai nostri giorni.

...la Malatestiana è la più singolare biblioteca in Romagna, e una delle più caratteristiche d'Italia. Ma prima di ogni altra cosa vorrei dire che essa non è solo per noi una delle pochissime librerie antiche giunte fino ad oggi intatte, non è solo il più perfetto e meglio conservato esemplare di biblioteca del quattrocento italiano. Prima e meglio di tutto questo, a Cesena e in Romagna essa è il più bel frutto e insieme la più durevole testimonianza della cultura umanistica che lo Studio Francescano e più il signorile mecenatismo di Malatesta Novello qui fecero fiorire...

 

 

La struttura, in apparenza semplice, è quella di una piccola chiesa con pianta a tre navate, tutte e tre con copertura a volte, a botte quella centrale, a crociera quelle laterali, un poco più larghe e basse.

 

Lungo queste due navate laterali sono disposte due file di 29 banchi ciascuna, dotati di sedute e piani di lettura per consultare i codici ancora saldamente incatenati ad una barra di metallo. 

 

Secondo il ⇒ Petrucci questo modello  a tre navate con due file di plutei si ricollega “sottilmente ed inconsapevolmente, a quello visivo della pagina del codice scolastico, costruita su due colonne di testo fitte di righe separate da uno stretto intercolunnio e circondata di margini: spazi complementari lasciati vuoti nel libro per l’intervento manuale del lettore, così come nella biblioteca gli spazi laterali e centrali ovviavano alle necessità di spostamento del pubblico degli studiosi.”

In realtà la semplicità dell'aula nasconde una serie di misurazioni e studi che seguono le proporzioni indicate da Leon Battista Alberti nel suo De re aedificatoria, per raggiungere l'armonia di un perfetto equilibrio.

⇒ per approfondire

 

 

 

 

A questa armonia contribuisce anche la luce che dalle finestrelle archiacute - due per campata - si ripartisce nelle navate laterali per agevolare la lettura dei codici.

 

 

Dal grande rosone di fondo invece un suggestivo fascio di luce colpisce il pavimento della navata centrale e le sue epigrafi, che ricordano il donatore: "Mal(atesta) Nov(ellus) Pan(dulphi) fil(ius) Mal(atestae) nep(os) dedit" ("Malatesta Novello figlio di Pandolfo nipote di Malatesta diede"). 

 

 

 

 

Anche il colore riveste un ruolo preciso: il bianco delle colonne mediane, il rosso del pavimento in cotto e delle semicolonne e il verde dell'intonaco, riportato alla luce dai restauri degli anni Venti del Novecento, rimandano ai colori degli stemmi malatestiani.

 

 

 

 

L'atmosfera tutta particolare che ciascuno avverte in Malatestiana è ben descritta negli appunti di uno studioso tedesco giunto in visita nel giugno 1891.

 

→ trascrizione

 

Ma l'atmosfera rarefatta e coinvolgente vedrà bruschi cambiamenti quando, dall'aula quattrocentesca, lo studioso si sposterà in altri spazi del complesso malatestiano. (L'articolo ⇒ continua nella pagina sul Chiostro)

La Biblioteca Malatestiana è la prima biblioteca civica d'Italia e Malatesta Novello ne affidò la custodia ai frati del convento di San Francesco, ma contemporaneamente la lasciò in proprietà all'autorità Comunale perchè fosse visitabile da tutti i cittadini. Probabilmente anche grazie a questa doppia responsabilità la biblioteca, che ancora oggi viene aperta grazie a due chiavi, si è mantenuta intatta nel tempo, infatti venne così "svincolata" dalle sorti dell'organismo religioso e per molti anni entrambi i "gestori" procedettero ogni due mesi ad un accurato controllo della sala, degli arredi e dei manoscritti.

 

“Una Biblioteca, un Libro”, regia di Maria Teresa de Vito

Il filmato appartiene alla serie ⇒ "Una biblioteca un libro", un progetto un progetto di METI Picture con il Patrocinio del MIBACT, ideato e realizzato da Maria Teresa de Vito in collaborazione con la Direzione generale Biblioteche e istituti Culturali del MIBAC.

Molto è stato scritto sulla biblioteca e ⇒ qui sono leggibili online tanti testi, storici e non, che ne hanno illustrato e approfondito ogni aspetto.

Nel tempo, attorno alla biblioteca Malatestiana si sono raccolti innumerevoli e preziosi fondi, prima di tutto quelli delle corporazioni religiose soppresse, seguite presto dalle collezioni donate da illustri personaggi e grazie anche ad attente e continue operazioni di acquisizione che ne hanno fatto una delle più ricche biblioteche non statali del paese.

 

La Malatestiana ha inoltre saputo essere centro di riferimento e luogo di promozione culturale, non solo è stata sede di studio e formazione per generazioni di cesenati, ma è stata una tappa insostituibile di tanta intellettualità europea e non solo. ... Credo che, da quanto ho detto, la Biblioteca Malatestiana si presenti per molti versi come una sorta di compendio di buona parte della storia culturale del nostro paese e credo, quindi, che la sua collocazione nel Registro della Memoria del Mondo sia da un lato un riconoscimento doveroso e dall'altro uno stimolo per l'Unesco a ragionare - per quanto riguarda questo particolare settore - in termini di complessità, con una percezione matura del rilievo che realtà stratificate, ricche e portatrici di molteplici messaggi debbono avere in essa.

Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco, in La Biblioteca Malatestiana, FMR, 2006