8 agosto 1880

Lo Specchio 8 agosto 1880

Una prima visita all'Esposizione dei Bozzetti pel Monumento Bufalini.
La scorsa domenica, vennero aperte le sale del Municipio per dar luogo all'esposizione dei bozzetti pel monumento Bufalini. - Il concorso può dirsi splendidamente riuscito, se non dal lato artistico, certo pel gran numero dei concorrenti, che superò ogni aspettativa.
L'esposizione resterà aperta tutto il mese di agosto, per dar campo all'opinione pubblica di manifestarsi per ogni verso, e giungere, se occorre, anche fino alla critica; ed io, per debito di cronista, comincio le mie osservazioni, nei limiti, ben inteso, della relativa capacità individuale, e dello spazio concessomi dal Proto.
Classificherò il numero dei bozzetti esposti in due categorie, e ciò non già in senso assoluto, ma relativo, perchè, disgraziatamente, di bozzetti che possano stare addirittura in prima linea, non ve ne sono.
Entriamo dunque nella prima sala, e facciamone il giro cominciando da destra.

PRIMA SALA
Bozzetto N. 9 col motto Tebro
E' un bozzetto poco riuscito: la statua è in una posa...impossibile...da minuetto...e manca di quelle linee artistiche, che rendono aggradevole l'insieme.
Non può dirsi altrettanto della base, che è riuscita di un buon effetto. Peccato che il monumento non possa innalzarsi entro un Cimitero! Per rispetto all'illustre scienziato pongo questo bozzetto alla 2. categoria.

N. 13 col motto Quid quid sub terra est in apricum proferet aetas.
Anche di questo monumento potrebbe dirsi alcuna cosa, ma, poiché esso rappresenta tutt'altri che il Prof. Bufalini, non ci curiam di lui...con quel che segue. Dirò solo che la base, discreta nel complesso, nei particolari, invece, pecca alquanto di francesismo.
Lo passo quindi alla 2. categoria.

N. 14 col motto Labor.
E' il Tom-Pouce di tutti i bozzetti presentati. Ciò non toglie però che abbia i suoi meriti. A parte una certa posa, che lo fa assomigliare a un Napoleone I, non si può negare che l'insieme sia bello: non tanto però, da poterlo comprendere nella prima categoria.

N. 12 col motto francese: Il réc d assez pour sa gloire, mais trop peu pour l'humanité.
Sebbene l'insieme non sia riuscito disaggradevole, pure è duopo confessare che il Bufalini, avvoltolato in una toga così ampia, o piuttosto in un sacco, non ci fa la più bella figura di questo mondo. Modellato a grossi tratti, trascurato nei particolari. La base, invece, sa di trito e di francese: seconda categoria.

N. 7 col motto Patria
Il panneggiamento della statua è bem disposto, ma la lunghezza e il taglio originale della toga lo fanno assomigliare ad un maggiordomo di camera e a qualche cosa di peggio. Anche la posa non è molto indovinata, e la testa è quella d'un canonico di mia conoscenza. La base è discreta ma comune: seconda categoria.

N. 4 col motto: Amor all'arte
La statua è ben modellata, ma rappresenta tutt'altri che il Bufalini. La movenza risoluta, il vestiario attillato non caratterizzano il personaggio che si vuol rappresentare. La base è troppo esile, e gli emblemi dei quattro angoli ci stanno proprio perchè sono di gesso. Se non sapessi che l'autore del monumento si offre d'eseguirlo in bronzo, direi anche qui: “seconda categoria”.

N. 18 col motto Roma.
Lo colloco subito in prima, non foss'altro per far piacere ai quattro puttini, adagiati sulla base. Il Bufalini vi è rappresentato in piedi, appoggiato ad un tavolino, che, nel caso presente, è proprio indispensabile, perchè il povero professore con una gamba così difettosa come gli han fatta, non potrebbe certamente reggersi in piedi da sé. Questo bozzetto è forse l'unico il quale dimostri che il suo autore ebbe un alto concetto: ma l'espressione plastica di esso mediante dei putti alati, i quali devono rappresentare il genio di Cesena, quello di Firenze, quello della Storia e quello della Medicina, e s'assomigliano tutti e si confondono fra loro, è troppo arcadica. La base però è troppo alta, e bisognerebbe togliervi almeno l'ultimo zoccolo; altrimenti il monumento non potrebbe corrispondere ai modesti fabbricati della piazza in cui deve esser posto.

N. 10 col motto Arte e scienza.
La statua è molto ben trattata, ma non risalta troppo sopra una base veramente meschina, e sprovvista della solita gradinata. Meriterebbe d'esser posto in prima categoria per il merito artistico della figura e in seconda per il resto.

SECONDA SALA

N. 25 col motto Scienza e rettitudine
Il Bufalini, stanco di stare in piedi, si è finalmente seduto. L'atteggiamento sarebbe discreto, benchè la posa sia alquanto fotografica. La figura è appena abbozzata e gli accessori mostrano qualche trascuratezza. La base è buona, ma d'una soverchia semplicità, a togliere il qual difetto mal provvedono certi imbratti, che vorrebbero essere rami d'alloro. Per chi vuole una statua seduta, non c'è male. Io lo pongo in seconda categoria.

N. 23 col nome dell'autore, Stefano Galletti di Roma.
Se mi fosse lecito, giurerei che è una seconda edizione del precedente. La statua questa volta è in piedi, e modellata a larghi tratti. Il panneggiamento è soverchio e la posa piuttosto ricercata. La base presenta qualche originalità di non troppo buon gusto, quantunque si riconosca disegnata da un architetto. Mi pare che in prima linea non possa starci; ma mi contento di annoverarlo tra i migliori della seconda.

N. 17 col motto Alimio.
E' un bell'insieme; peccato che il Bufalini si sia stancato novamente di stare in piedi – unica posa conveniente per una statua che deve collocarsi all'aperto. Le movenze hanno del maestoso e caratterizzano abbastanza l'illustre professore. Anche la base è ben modellata, ma ha qualche tritume. Merita di stare in prima categoria.

N. 16 (senza motto)
La posa di questa staua è quella d'un vecchio militare. L'insieme è stentato: la base comune: seconda categoria.

N. 19 col motto Esculapio.
E' un bozzetto che merita d'esser posto subito in prima. Il lavoro apparisce condotto con pazienza e con garbo. La posa dice molto, senza essere affettata. Le grandi proporzioni di questo bozzetto fanno risaltare certi particolari che i profani all'arte non sanno scoprire negli altri di minor mole. La base s'accosta forse troppo al genere francese.

N. 20 col motto Salve.
Pare un frutto della stessa pianta del precedente, ma più maturo. Il carattere è bene interpretato, i contorni di buon effetto, e i particolari anche troppo finiti. Il Bufalini è rappresentato nell'atto di presentare in un foglio gli ultimi risultati de' suoi studi e d'attestare che le crede coscienziosamente veri. Ma la soverchia inclinazione della testa e la posa della mano sul cuore rendono l'immagine di un uomo che si pente di qualche fallo e ne è addolorato. La base è molto ben riuscita e di gradevole effetto, e risalterebbe molto di più se si aggiungessero due altri gradini allo zoccolo. Metto anche questo in prima categoria.

TERZA SALA

N. 6 col motto Pensiero.
E' un bozzetto molto bene inteso nell'insieme, sebbene la mantellina non sia una caratteristica del defunto professore. Anche la base è di buone proporzioni e corrisponde convenientemente al carattere della statua. Può andare in prima categoria.

N. 15 col motto Myriam.
E' anche questo molto ben trovato, e, dal modo di trattazione, si direbbe dell'autore del precedente. La posa della figura è buona, e buoni sono i particolari della base: - prima categoria.

N. 1 col motto Temo e spero.
Si potrebbe scommettere cento contro...nulla che questo non è altro che una variante del precedente. Il Bufalini, che nell'altro bozzetto ha la toga aperta, qui l'ha chiusa, e l'alza su, come se stesse per passare un luogo fangoso e temesse d'impilaccherarsi. La base dorico-greca è migliore della precedente. Trattandosi d'una semplice variante, mi pare che non ci sia bisogno d'assegnarne la categoria.

N. 3 col motto Salus.
Immaginatevi uno che esce dal bagno e s'avvolge nel lenzuolo, e avrete la posa di questo bozzetto. Metteteci accanto una stufa, che faccia le veci di tavolino, fate reggere il tutto da una base troppo alta e troppo nuda, e poi ditemi se ho torto a metterlo in seconda categoria e nemmeno tra i migliori.

N. 5 col motto Vagliami il buon voler s'altro non lice.
Anche qui l'indispensabile tavolino. La statua però è molto ben fatta ed espressiva: il panneggiamento ben disposto, e l'insieme di buon effetto. Lo pongo in prima categoria, quantunque la base sia un po' goffa.

N. 21 col motto Fare ai passanti onor.
Il Bufalini, in questo bozzetto, pare un amestro di musica...dell'avvenire, che sta a braccia spalanzate e tiene in una mano il suo manoscritto e con la'ltra fa dei gran gesti, come per notar le battute. Se vi piace meglio, il povero professore assomiglia a un venditore di giornali, a uno strillone, come dicono, che corre affannosamente per arrivare il primo: insomma assomiglia a tutti...fuorchè a se medesimo. La base è degna d'un monumento sepolcrale: seconda categoria; non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo.

N. 24 firmato Prof. Giuseppe Mariotti di Carrara.
E' un bozzetto molto lavotao, ma di pochissimo effetto: categoria del precedente.

N. 11 col motto Egli fu caro a Minerva.
E' un insieme che soddisfa i più schifiltosi. La statua è ben lavorata, ma v'è sempre quell'immancabile tavolino, che dà al personaggio, che si vuol rappresentare, l'aria di un giacobino da piazza. La base è di stile lombardo molto ben riuscito, e di buon effetto, purchè vi si tolga un gradino. Lo voglio assolutamente in prima categoria.

N. 8 col motto Amo il vario.
E' una statuetta modellata a gran tratti, ma che fa buon effetto. La posa è abbastanza vera, ma lascia qualche cosa a desiderare. La base, buona nei particolari, non appaga totalmente nell'insieme. Non di meno, prima categoria, come sopra.

N. 22 col motto Facendo e rifacendo.
Questo bozzetto non potè far parte del concorso, perchè si ruppe durante il viaggio. Se ne vedono solo i miserandi avanzi, dai quali non è lecito giudicarlo.

N. 26 e 27 firmati Marchetti Ferdinando di Napoli.
Sono due brutti bozzetti disegnati sulla carta. Si tratta d'una burla che s'è voluto fare al Comitato, o si volle prender parte sul serio al concorso? Non lo so, ma quello che so è che il comitato non doveva permettere che si esponessero cose tanto indecenti, la cui esclusione dalla mostra era autorizzata dalle parole del Programma emanato dal Comitato stesso.

Ed ora la prima visita è finita. Conchiudendo, ripeterò che nessun bozzetto ha un merito assoluto; ma con quella bella somma che c'è da spendere, non si poteva pretendere di più.
Matita