26 settembre 1880

La scelta dei bozzetti pel monumento Bufalini

Nel numero 258 del Fanfulla (mercoledì 22 corrente) sotto la rubrica – Nostre Informazioni – cioè proprio nel luogo dove quel giornale suole inserire le notizie d'interesse politico generale per l'Italia, si legge quale è stato il verdetto che i signori Comm. Monteverde, Cav. Masini e Cav. Vambi ànno creduto di pronunziare, dopo esaminati i vari bozzetti pel monumento Bufalini. Secondo l'autorevole giudizio dei suddetti artisti “due furono i bozzetti prescelti, giudicati di pari merito; dell'uno dei quali è autore Mauro Benini, allievo dell'Istituto di belle arti in Roma, dell'altro Cesare Zocchi, scultore a Firenze” Onde “il Comitato, a proposta della Commissione Tecnica, deliberava che gli autori dei due bozzetti debbano, nel termine di sei mesi, presentare il modello del rispettivo bozzetto, nella grandezza che avrà il monumento, affinchè possa farsi un sicuro giudizio nella scelta definitiva, anche per l'ammaestramento dato da concorsi antichi e recenti, nei quali furono infelicemente aggiudicati dei monumenti ragguardevoli sulla fede del semplice bozzetto. Quello dei due autori, la cui statua non sarà scelta per essere tradotta in marmo, riceverà un premio di L. 2000”.

Fin qui il giornale di Roma. Per intelligenza dei lettori, diremo che il bozzetto scelto del Benini è il N. 2 – Temo e spero – e quello dello Zocchi è il N. 19 – Esculapio. - Ma c'è qualche altro particolare – a quanto ci si afferma – che l'egregio corrispondente del Fanfulla ignora o, molto più probabilmente à taciuto, per timore che il suo comunicato, in vece d'esser posto nella rubrica delle Nostre Informazioni, andasse ad aumentare la serie di amenità, che il Fanfulla si diletta di raccogliere nel suo Giorno per giorno.

Già tutta quanta la storia di questo benedetto monumento potrebbe formare il soggetto d'una magnifica farsa o di una operetta. Prima, si delibera di affidare l'incarico d'eseguire la statua allo scultore cav. Galletti di Roma; poi si vuole il pubblico concorso, e lo si bandisce. Venuto il tempo di nominare i giudici tecnici, si pensa di prenderne uno solo; ma quindi, seguendo un miglior consiglio, si delibera di nominarne tre. Nel Satana (pace all'anima sua!) compare l'annunzio, quasi ufficiale, che i tre nominati sono i signori Monteverde, Duprè e Massarani. Ma ecco il Massarani declinar l'incarico; il Duprè far quasi il medesimo, e proporre (ci si dice), in vece sua, lo scultore Cambi, stato già suo maestro. I giudici tecnici adunque si riducono a due, e il Comitato, rideliberando, se ne accontenta. Ma non se n'accontenta, e a ragione, il Monteverde, il quale comprende che, in caso di opposizione tra i due, non si potrà venire ad alcuna risoluzione. Allora viene proposto come terzo giudice il Masini, professore nell'Istituto di belle arti a Roma; e il Comitato lo accetta.
Il giurì procede alla scelta, e parrebbe che qui dovessimo essere alla fine. Nossignori: siamo solo al principio della fine; perchè, quantunque non si siano dissuggellate le schede contenenti i nomi dei bozzetti non preferiti, pure s'è capito che il N. 20 – Salve – era dello stesso autore del N. 19, e s'è consigliato allo Zocchi di togliere al Bufalini del 19 la veste che à, per indossargli quella che lo stesso Bufalini porta nel 20. D'altra parte, al sig. Benini s'è consigliato d'aprire un po', verso l'alto, la toga alla sua statua, per far vedere che rappresenta un uomo moderno, e di dare alla testa maggior espressione; tutte cose, che si trovano già eseguite nel bozzetto N. 1 – Spero e temo – e che è opera, come tutti sanno, dello stesso Benini. Sicchè la Commissione viene a consigliare che quattro bozzetti si fondano, o meglio si confondano in due: l'uno darà il soprabito, l'altro i pantaloni; l'uno la testa, l'altro i piedi, e così via dicendo. Che bazza se tutti i ventisette bozzetti, compresi quelli giganteschi e madornali, disegnati sulla carta, del sig. marchetti di Napoli, fossero stati opera di un solo scultore! Con un po' di buona volontà, e scegliendo opportunamente qualcosa da tutti, c'era da mettere insieme il più bel monumento di questo mondo!

Del resto, la Commissione dichiara di pari merito i due bozzetti scelti, e, solo per timore d'una poco felice esecuzione, vuole la presentazione dei modelli nella grandezza del monumento. Ora, come va che essa Commissione prevede solo il caso che uno dei due modelli non sia degno d'essere tradotto in marmo? Una volta che si suppone che uno dei due scultori fallisca nell'esecuzione in grande, perchè non si potrà supporre che falliscano tutt'e due? E se ciò avviene, che cosa farà il Comitato? E se uno dei due scultori rifiutasse di sottomettersi a tutte le incertezze d'una seconda prova, il monumento sarà fin d'ora commesso all'altro, ad onta dell'ammaestramento dato da concorsi antichi e recenti? E se è possibile, come il giudizio della Commissione lo dimostra, che due bozzetti siano di pari merito, non potranno rimaner tali i secondi modelli ingranditi? E allora quale sarà il criterio da seguire per la scelta definitiva?

A tutte queste domande noi desidereremmo una qualche autorevole risposta, per assicurarci che questo secondo esperimento, che si vuol fare, sia un pochino più serio di quanto si è fatto fin qui.
Trovanelli.