Tecnico

Cesena, corso, 1943. Giuseppe Ambrosini mentre insegna. Foto L. Bordin
Cesena, corso, 1943. Giuseppe Ambrosini mentre insegna

 

Giuseppe Ambrosini era uno studioso del ciclismo, che approfondiva scientificamente nei suoi aspetti tecnici, considerando sia le caratteristiche morfologiche dei campioni sia l'interazione uomo-macchina. Ma sosteneva anche l'aspetto educativo del ciclismo e dello sport in genere. Sono queste sue convinzioni che lo spinsero ad intraprendere la carriera di giornalista sportivo nonostante l'opposizione del padre, in un'epoca in cui lo sport veniva in genere considerato soltanto un passatempo.

Queste tre immagini risalgono al 1943 e lo mostrano intento ad illustrare alcuni aspetti anatomici degli arti inferiori. Due delle foto recano nel verso la scritta "Cesena, corso 1943" e si riferiscono esplicitamente alla scuola per giovani ciclisti che il C.O.N.I. aprì quell'anno a Cesena dietro sollecitazione dello stesso Ambrosini; una invece, in cui è visibile anche un vecchio apparecchio da ripresa, è una foto-cartolina inviata dal fotografo Lauro Bordin ad Ambrosini. Sotto, altre fotografie che potrebbero riferirsi alla stessa scuola, nelle quali Ambrosini è impegnato in una attività didattica.

Sport, gioia di vivere
Anni 1950- 60. L’educazione allo sport e alle sue discipline è parte rilevante nei programmi scolastici di diversi paesi europei e negli USA. Nella scuola italiana restava soprattutto “l’ora di ginnastica”: lo sport era roba da tifosi più che da sportivi. Un soprassalto lo portarono le Olimpiadi di Roma del 1960 (nel frattempo la tv era entrata in molte case italiane) e le sorprendenti medaglie d’oro degli atleti italiani. Su quella scia nacquero “I Giochi della Gioventù” con parecchi studenti e studentesse a cimentarsi, finalmente, in divertenti gare sulle piste che allora circondavano i campi da calcio degli stadi. E su quella stessa scia operò (ma lo faceva già da tempo) Giuseppe Ambrosini, premio S.Vincent per il giornalismo, convinto sostenitore dello sport come fattore non solo agonistico, ma formativo e culturale. Lo testimonia un suo bel libro “Sport gioia di vivere”, uscito nel 1964 alla vigilia delle Olimpiadi di Tokio e dedicato al mondo della scuola, dei docenti e soprattutto degli studenti. Una scrittura, quella di Ambrosini, di tipo nuovo per quei tempi, almeno rispetto ai manuali scolastici. Non uggiose lezioni, ma “conversazioni” con i giovani, inaspettate e avvincenti: con nozioni utili e integrative anche per le lezioni di storia e letteratura. A cominciare dal titolo dei paragrafi: “Muscoli e cervello”, “Nascono le Olimpiadi greche”, “Le olimpiadi moderne nascono all’Università”, fino ad una panoramica di tutte le discipline sportive attuali e dei loro protagonisti debitamente fotografati. In questo modo, per fare un solo esempio, Ambrosini fece conoscere a molti studenti il suo concittadino e amico di gioventù Renato Serra, importante personaggio della lettura italiana che era tutt’altro che un “topo di biblioteca”: Serra, pur nella sua breve vita, fu appassionato sportivo e lasciò sullo sport belle pagine, dense appunto di “gioia”. Anzi, a rileggere oggi quelle pagine di Serra riportate di Ambrosini, riecheggia la stessa passione per lo sport, vissuto e praticato, che ritroveremo, spesso, in Pier Paolo Pasolini. Tornando ad Ambrosini, fa gioco infine riportare un suo sorridente monito. Ovvero: il detto “mens sana in corpore sano” non va solo proclamato nelle lezioni di latino, ma praticato con sano divertimento in palestra e nei campi delle discipline sportive, con tanto di “docenti”, cioè istruttori preparati. (Gabriele Papi)
 → Sport, gioia di vivere  

Anche negli anni successivi Ambrosini, oltre a curare le diverse edizioni dei suoi scritti tecnici, visitò vari centri di addestramento sportivo, sempre con un occhio attento alle potenzialità dei più giovani. Qui è con un giovanissimo Gianni Motta. 

→ Trofeo Topolino 1965,

al minuto 2’27 Giuseppe Ambrosini

 

Sulla scrivania di Ambrosini, tra foto e cimeli, erano conservati questi suoi libri, che dopo la pubblicazione divennero in breve tempo dei classici di tecnica del ciclismo. Ora sono consultabili presso la biblioteca Malatestiana.